Il 22 giugno scorso abbiamo salutato Armando Bianco.
Classe 1937, originario di Savigliano, viveva ad Alba dal 1956 e dagli anni 70 aveva iniziato la grande avventura nel mondo della disabilità, con passione, tenacia, tenerezza ed impegno. A fine anni 80 nasceva su suo impulso la Cooperativa Insieme e nel 1995 Progetto Emmaus; dal 2013 è stato presidente di Fondazione Emmaus per il Territorio Onlus, dedicata allo sviluppo dei progetti sul Dopo di noi. E’ stata riconosciuta in vari contesti la sua figura visionaria e diversi riconoscimenti sono giunti dalla società civile e dal mondo cooperativo piemontese.
Negli ultimi anni il Sigillo d’Oro della Camera di Commercio di Cuneo e la Medaglia d’Oro del Comune di Alba “conferitagli dall’amministrazione comunale quale ringraziamento per un’esistenza trascorsa a servizio del prossimo, per avere dedicato con grande generosità il suo impegno nell’area sociale e del disagio, con particolarissima attenzione ai temi della disabilità”. Nel ricevere la medaglia questa è stata la dedica di Armando: “Questa medaglia – disse allora nel suo ringraziamento – è il riconoscimento che, attraverso me, va a tutte le famiglie di disabili che ho conosciuto negli anni. Famiglie forti, costituite da papà e da mamme che nel silenzio e nella dedizione di ogni giorno hanno accompagnato e continuano a farlo i loro figli e figlie, in un percorso di riabilitazione, spesso attraversato da sofferenze, dove non è mai venuta meno la dignità. A loro un grazie per gli insegnamenti che quotidianamente ci danno, la dedica della medaglia d’oro ricevuta e la conferma che il nostro impegno non viene meno e continuerà nel tempo”. Un’eredità che possiamo fare nostra, portando avanti l’avventura di Progetto Emmaus con determinazione, passione ed impegno.
Il Comune di Alba ha ricordato la figura di Armando con una commemorazione lunedì 3 luglio alle ore 17 in Consiglio Comunale; noi lo ricordiamo con tutti gli episodi che hanno accompagnato ciascuno di noi nello stare insieme in questi 28 anni e con questo ritratto.
“Ad essere sinceri, stare a fianco ad una persona come te, Armando, all’inizio non è stato semplice. Ci abbiamo messo tempo ad accettare prima e capire poi le tue tirate di orecchie a noi, all’epoca giovani operatori, che alle volte con troppa superficialità eseguivamo il nostro come un semplice lavoro, una serie di compiti da portare a termine. Con il tempo abbiamo capito quella che era la tua visione, il tuo punto di partenza e di arrivo: mettere al centro del nostro agire l’altro, la persona fragile, l’ospite che accogliamo nelle nostre case. Emmaus non è stato un nome da te scelto a caso, ma evocazione di un incontro che diviene rivelatore e che cambia il modo di vedere il mondo e la vita dei suoi discepoli. Per noi questo è stato l’incontro con te, in quasi trent’anni di cammino insieme, hai cambiato il nostro modo di vedere gli altri e di vedere noi stessi. Proveremo ora a continuare a guardare il mondo come tu ci hai insegnato, senza smettere di credere che il cambiamento sia possibile. Tocca a noi proseguire la realizzazione di quel Progetto che tu hai iniziato. Buon cammino Armando”.