A metà degli anni settanta la società italiana è attraversata da forti tensioni. In tutti i settori si registra, pur tra conflitti e resistenze, una grande spinta al cambiamento.
Anche la scuola è attraversata da questo clima di ricerca e di rinnovamento.
La realtà albese è ricca di fermenti. Sono gli anni dei Decreti Delegati con la partecipazione dei genitori, gli anni della sperimentazione del Tempo Pieno e dei primi inserimenti di alunni portatori di handicap.
E in questo settore che in Alba si organizza ed opera il Gruppo Spontaneo Handicappati che rivendica i diritti dei disabili e stimola le istituzioni a realizzare gli interventi necessari. Sono anni difficili, ma entusiasmanti.
C’e una grande mobilitazione: dibattiti, convegni, assemblee, tutto viene tentato per questa battaglia di civiltà. Non mancano chiusure ed incomprensioni, ma a poco a poco si passa dall’immobilismo ad una progressiva apertura al nuovo.
Operando nella Scuola Media ad Alba, ho seguito con trepidazione il primo inserimento di un alunno Down in questo ciclo scolastico, un passo coraggioso che apre la strada a nuove esperienze di integrazione. Si fa strada piano piano una nuova mentalità, la mentalità dell’accoglienza che coinvolge e trasforma insegnanti, genitori, alunni.
Le istituzioni si fanno più sensibili, ma occorre essere sempre molto vigilanti e presenti per esigere la corretta applicazione delle nuove norme e per sostenere chi è tentato dallo scoraggiamento. L’azione del Gruppo Spontaneo Handicappati risulta a questo proposito preziosa e stimolante.
La positiva estensione dell’integrazione scolastica dei portatori di handicap apre il successivo problema del loro inserimento lavorativo e impone di affrontarlo con coraggio.
Il disabile che ha fatto esperienza di accoglienza nella scuola deve poter continuare il suo cammino anche nel mondo del lavoro. Le difficoltà sono immense, la scommessa si fa più impegnativa.
Ed è qui che entra in azione un gruppo di amici che, forte dell’esperienza del Gruppo Spontaneo, dà vita alla prima cooperativa sociale per l’inserimento lavorativo di persone disabili.
Ho seguito i primi passi di questa avventura e posso testimoniare l’entusiasmo e la determinazione di quel gruppo che ha saputo coniugare utopia e realismo, ideali e concretezza.
L’idea vincente è racchiusa in quell’INSIEME che coinvolge tutti, veramente tutti: responsabili, genitori, portatori di handicap, opeartori, volontari, esperti ed istituzioni.
Ed i risultati si vedono.
La scommessa continua, ogni giorno è una conquista faticosa e gioiosa che riempie il cuore di gioia e di speranza.
A quanti continuano a credere ed a impegnarsi in questa ‘Impresa straordinaria’ esprimo profonda gratitudine.
Prof. Prospero Veglio Psicologo