Sappiamo che la memoria nel cervello dell’uomo ha una funzionalità completamente differente da quella di un pur sofisticato personal computer.
Mentre la macchina informatica ricorda tutto ciò che è stato «salvato», il cervello umano è in grado di rievocare, a distanza di tempo, tutto ciò che ha determinato una certa risonanza affettiva ed emotiva.
Ora sono passati circa trent’anni dai giorni da «epopea» del Gruppo Spontaneo Handicappati di Alba, eppure affiorano molto nitidi i ricordi sia delle riunioni, quasi carbonare, sia delle persone di alto profilo umano, vere avanguardie di coloro che oggi verrebbero definiti rappresentanti della Società Civile.
Infatti all’inizio degli anni settanta il problema di come affrontare l’handicap sia a livello della cura sia a livello del sostegno socio-assistenziale era totalmente scotomizzato dalle Amministrazioni sia Comunali che Sanitarie nella città di Alba.
Iniziammo quindi un sodalizio sostenuto da intenti e idee comuni, da stima reciproca e soprattutto da amicizia nella speranza che l’unione facesse quella forza d’urto per sfondare quel muro di indifferenza civile, culturale e amministrativa.
A distanza di molti anni credo si possa fare un bilancio positivo, sempre con la capacità critica di riconoscere che molte conquiste sono ancora solo all’orizzonte.
Il mio auspicio è che possa continuare ancora a «vivere» un gruppo culturale e di progettazione e se vogliamo anche di «controllo» nell’ambito multisettoriale dell’handicap perché gli operatori sanitari, in questo campo così difficile e complesso, hanno estrema necessità sia di stimoli critici in caso di errori ma anche di gratificazioni in caso di buona professionalità.
Prof. Giovanni Asteggiano – Neurologo