Domenica 10 dicembre alle ore 9,30 si è svolto ad Alba, presso la Chiesa di San Domenico, la 65a premiazione della Fedeltà al lavoro e progresso economico. Si tratta dell’annuale manifestazione con cui Camera di Commercio di Cuneo, a nome di tutte le forze produttive della provincia, conferisce un pubblico tributo ai lavoratori ed agli imprenditori che hanno testimoniato la propria dedizione con almeno trentacinque anni di lavoro o presso una stessa azienda o a capo di un’attività da loro stessi gestita. In questa occasione sono stati inoltre consegnati i “Sigilli d’Oro”, premi dedicati a coloro che si sono particolarmente distinti nel campo economico e sociale o che hanno dimostrato particolare capacità ed impegno nel settore in cui svolgono la loro attività. Tra i premiati albesi anche Armando Bianco, fondatore della Cooperativa Sociale Progetto Emmaus, nata a metà degli anni ’90 e attuale presidente della Fondazione Emmaus per il territorio, attiva nel campo del “Dopo di noi”. “In occasione del conferimento del Sigillo d’Oro da parte della Camera di Commercio di Cuneo, alla quale rivolgo un sentito ringraziamento, sono maturati in me alcune riflessioni che cercherò di esprimere. Ho ripensato innanzi tutto alla realtà socio-economica della cooperazione rifacendomi a quando essa è nata, nel 1844 in un villaggio vicino a Liverpool. La cooperazione è infatti nata grazie ad un gruppo di lavoratori tessili che, stremati ed arrabbiati dallo sfruttamento cui erano sottoposti, decisero di mettere insieme la loro professionalità e la loro rabbia e fondarono la prima cooperativa. Nasceva così una nuova concezione del lavoro, che sostituiva la concorrenza con la solidarietà”. Armando Bianco riparte dagli albori del mondo cooperativo, sottolineando e ricordandoci come il valore aggiunto di questa forma di lavoro sia quello di partire dal basso, dalla spontaneità e dalla fragilità delle persone che si trasformano in forza e orgoglio. “Da allora di cammino se ne è fatto molto, fino ai giorni nostri, dove è ormai acquisita la consapevolezza che se non avverrà una cooperazione e condivisione reciproca dei problemi di oggi e di domani, difficilmente l’umanità potrà continuare ad esistere”. I valori delle forme cooperative devono quindi essere riproposti e rivalorizzati, perché non si rischi di perdere un patrimonio di solidarietà che nel nostro paese e sul nostro territorio rivestono un’importanza fondamentale. “Nel nostro piccolo le strutture e le comunità della Cooperativa Emmaus oggi ospitano oltre 80 persone, delle quali supportiamo le fragilità. Questo lo facciamo mediante 115 operatori che lavorano non dimenticando mai i valori dai quali siamo partiti. Inoltre attraverso la Cooperativa e la Fondazione supportiamo anche molte famiglie sotto l’aspetto economico e gestionale, aiutandoli nei loro percorsi di vita. Le nostre sono realtà belle, che penso e spero suscitino rassicurazione e speranze il cui divenire lo affidiamo a Colui che, continuamente, sa far nuove tutte le cose”.